Concretizzare uno studio sui costumi e sugli usi delle famiglie aristocratiche o borghesi può assumere una configurazione preponderante nel corollario della specialistica del settore, attraverso l’analisi capillare dei documenti e dei manufatti appartenuti ad una o più famiglie.
è con quest’obiettivo che Maria Pia Pettinau Vescina e Roberta Orsi Landini, autrici del volume intitolato Segni di storie private. Segni di storia. Abiti a Palazzo Jatta (Claudio Grenzi Editore, Foggia 2005, pp. 104, ill. b/n e colori, euro 35,00), hanno deciso di concretizzare la loro idea, guardando l’apparato manifatturiero presente nel Palazzo Jatta in Ruvo di Puglia da ogni angolazione, da esperte di storia del tessuto e del costume, con all’attivo un bagaglio di conoscenze che parte dall’Ateneo leccese per la prima, da Palazzo Pitti di Firenze per la seconda.
In quarta di copertina si legge: «La famiglia Jatta di Ruvo di Puglia, residente nell’omonimo palazzo, noto per le straordinarie collezioni del suo museo archeologico privato, oggi Museo Nazionale, custodisce un nucleo tessile di vesti maschili e femminili, accessori di moda e arredi collocabili tra il XVIII ed il XX secolo, provenienti dalle famiglie Jatta e Bonelli.
Gli esemplari settecenteschi, perfetti ed intatti (alcuni dei quali mai indossati), testimoniano della ricercata eleganza del costume aristocratico in Puglia e nell’Italia meridionale, e di una raffinata tecnica sartoriale che coniugava i dettami dell’ultima moda con accorgimenti e peculiarità che li caratterizzano nel coevo panorama internazionale di riferimento al quale essi vanno comunque stilisticamente assimilati.
Il libro vuole essere un’indagine, lungo il filo della storia delle due famiglie, che ricostruisce possibili rapporti tra cose e personaggi; piacevole per un pubblico colto e curioso, utile per gli specialisti che possono al contempo usufruire di schede tecniche analitiche e approfondite».
TRATTO DA http://www.mondimedievali.net/microstorie/ruvo.htm
Nessun commento:
Posta un commento