UNIVERSO MAGLIERIA E TESSITURA

Trame di Moda, Storia, Progettazione, Tecnologia e Innovazione dei prodotti tessili.



Presentazione Tesi:
Trame di Moda. “Storia, Progettazione, Tecnologia e Innovazione dei prodotti tessili”.

Trame di Moda, concentra in sé il valore di un viaggio guida attraverso gli innumerevoli e infiniti “fili del discorso” legati al prodotto tessile.
Le vicende delle materie tessili, della filatura, della tessitura, della nobilitazione, della tintura, della stampa, delle sostanze coloranti, della decorazione, unitamente ai mutamenti storico-economici, alle scoperte scientifiche, alla circolazione delle idee e dell’arte, costituirebbe da solo un campo interdisciplinare d’indagine inesauribile, come indicano il numero e la vastità degli argomenti interessati.
Durante questo percorso di ricerca e di scoperta, la difficoltà più rilevante è derivata dallo sforzo di concentrare e tracciare uno schema indicativo degli innumerevoli argomenti ad esso correlati.
La connotazione estetica e comunicativa del prodotto tessile ne indica la collocazione e la riconoscibilità nel mercato, ogni prodotto nuovo e innovativo si definisce, oltre che per il suo valore commerciale, anche per il suo messaggio culturale, ciò è documentato sia dallo svolgimento cronologico degli stili che hanno caratterizzato i momenti salienti della storia dei tessili, sia nell’immediato futuro, dal linguaggio innovativo capace di creare nuove regole espressive e di sviluppo.
Gli intrecci di questo fitto discorso, sono infiniti, come le varianti possibili create dal design tessile che si colloca a mezza via tra un’operazione culturale e un’operazione commerciale, la ricerca artistico-estetica, l’orientamento dei consumi, l’utilizzo di soluzioni sempre più sofisticate che riguardano sia le tecnologie che la gestione delle risorse, dalla progettazione dei tessuti fino alla loro distribuzione sul mercato e la regolamentazione di quest’ultimo.
Termini come biotecnologie, reti neutrali, sistemi esperti, ricorrono sempre più spesso nella letteratura tessile, a riprova della forte connessione con filoni di ricerca importanti e decisamente trasversali.
Questa opera si è proposta difatti di indagare la sequenza e la modalità inventiva, progettuale e operativa, che concorrono alla formazione di un prodotto tessile.

Nel capitolo1, La Storia, si è voluto tratteggiare il vasto panorama storico del tessile tramite l’esemplificazione di alcune produzioni caratteristiche di un contesto geografico, politico e artistico soprattutto italiano che partendo dagli albori storici della tessitura e della stampa, si snoda attraverso i secoli sino alla nascita del design e ai modi della sua diffusione.

Il capitolo 2, La progettazione tessile, si correda nell’analisi delle qualità comunicative della composizione del modulo, nel suo rapporto con lo spazio che lo contiene. Quindi si affronta la specificità del progetto di una superficie virtualmente illimitata e si evidenziano le trasformazioni che la distribuzione del colore apporta alla configurazione grafica.

Il capitolo 3, Le superfici tessili, indaga sulla composizione merceologica dei tessuti e la loro combinazione (materiali), l’intreccio e la costruzione del tessuto a telaio, a maglia e per coesionatura (superfici tessili), mentre le lavorazioni di finissaggio e nobilitazione completano il quadro complessivo delle operazioni produttive, capaci di generare l’illimitata varietà dei prodotti tessili.

Nel capitolo 4, L’innovazione tecnologica, l’attenzione è volta alla richiesta sempre più attuale da parte dell’industria di innovare, di investire in nuove tecnologie e di aprirsi all’internazionalizzazione dei mercati, un paragrafo è dedicato alla specificità della progettazione grafica con il sistema CAD (Computer Aided Design), quindi delle reali possibilità e limiti che questi sistemi rappresentano. L’innovazione del prodotto, del processo produttivo, la normazione nel settore tessile, il marketing della fibra così come i tessuti del futuro, ampliano ulteriormente la vastità degli argomenti correlati di questa vasta ricerca.

Chiude il capitolo un breve glossario-guida, utile alla migliore comprensione della terminologia tessile ed un elenco dei luoghi presso i quali è possibile approfondire gli argomenti trattati.

La scelta dell’argomento trattato, la stesura e l’organizzazione del discorso, sin dal principio sono stati influenzati sia dall’esperienza personale di studio e lavoro in questo settore, sia dallo sforzo di poter fornire l’indicazione di un metodo, per la raccolta sistematica delle informazioni, che possa costituire uno stimolo per trasformare le teorie progettuali del textile design, in modalità ideative ed operative, capace dunque di avvicinare la conoscenza del campo professionale a quello dell’insegnamento. 

Tesi di Laurea di Gianluca Pitton



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TINGERE I TESSUTI

ERBE IN TINTORIA 
Il progressivo addomesticamento dell’uomo lo rese sempre più interessato all’aspetto della sua casa 
e ai materiali che indossava. Le piante commestibili che macchiavano la pelle furono le prime ad 
essere usate nella tintura delle stoffe, come le more di rovo; gradualmente la gamma di colori 
ottenuti dalle piante si ampliò con l’uso di mescolanze tra i medesimi, che permisero di riprodurne 
ogni possibile gradazione. I Cinesi praticavano la tintura come arte raffinata già 5000 anni fa, e ci 
sono erbe che ricordano ancora oggi nel nome la loro abilità tintoria (Isatis tintoria=guado, …). Il 
sambuco fornisce un azzurro spento, il lavanda e il porpora; i petali di calendula si usavano un 
tempo per ingiallire il colore del burro e del formaggio; il tarassaco produce un bel rosa…
La rivoluzione industriale diede l’avvio allo sviluppo delle tinture chimiche; l’economicità dei 
metodi di fabbricazione, unitamente alla garanzia della perfetta riproducibilità di ogni sfumatura, 
fece sì che le tinture vegetali cadessero rapidamente in disuso. 
Le erbe tuttavia possono fornire tinture in tutti i colori dell’arcobaleno, di solito mediante bollitura o 
macerazione del tessuto vegetale. Nei vari metodi praticati, vi sono quantità standard di pianta e di 
acqua da usare e attese fino a 6 ore, durante le quali si compiono le varie fasi del processo di 
colorazione. Per fissare la tintura, nel materiale, ci si serve di un mordente, cioè di una sostanza 
chimica, come ferro, cromo, stagno, allume…che si può comprare in farmacia. Il materiale da 
tingere viene dapprima bagnato ben bene, quindi immerso in una soluzione di mordente, bollito per 
un certo periodo – circa un’ora di solito- e poi trasferito ancora bagnato nella tintura. I vari mordenti 
possono alterare la sfumatura e l’intensità del colore: ad esempio, la cipolla produrrà il giallo con 
l’allume e il marrone scuro con il cromo. I materiali che si tingono con maggiore facilità sono la 
lana e la seta; il cotone e il lino presentano qualche difficoltà per la presenza di cellulosa. 



PREPARAZIONE PER TINGERE


TINTURE o ALCOOLATI: dopo aver ridotto in polvere la pianta si mette a macerare in alcool in 
vaso chiuso alla temperatura di 40°  o a freddo. L’operazione si compie in due volte, prima con la 
metà dell’alcool che si impiega, poi con l’altra metà, protraendo ciascuna delle macerazioni per 4-5 
giorni. Quindi si spreme il residuo, si riuniscono  i due liquidi che sono stati tenuti separati e si 
filtrano. 



LA TINTURA VEGETALE 
ARTI TESSILI E TINTORIE NELL’ANTICHITA’ 
Nei villaggi palafitticoli sono stati trovati resti che testimoniano l’uso rudimentale della filatura e 
tessitura già nell’epoca preistorica; tali manufatti avevano i colori neutri delle materie usate. Molto 
probabilmente poi sono stati colorati con prodotti naturali in seguito all’osservazione delle macchie 
lasciate da piante, frutti o animali schiacciati. 
Nell’Antico Egitto si coltivava e lavorava soprattutto il lino e l’arte tessile aveva raggiunto un alto 
livello. I colori maggiormente usati erano il blu (ricavato dal guado e da altre piante non 
conosciute), i gialli (dal cartamo, dallo zafferano e dalla curcuma), e varie tonalità che andavano dal 
rosa al rosso intenso (dall’hennè e dalla robbia). Questo fatto era dovuto alla difficoltà del lino ad
assumere i colori e non alla scarsa conoscenza della chimica, dal momento che a volte usavano per 
tingere anche ocre, ossidi di ferro e altri minerali. Per l’estrazione dei pigmenti coloranti durante il 
processo di tintura, si usava urina invecchiata e fatta fermentare con i vegetali. 
Presso gli Ebrei il materiale più usato era la lana, sempre tinta in matasse e mai in tessuto mediante
immersione in recipienti di marmo. I colori erano lo scarlatto, il giacinto, la porpora e il nero 
ricavato dalle galle
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 di quercia o dal mirtillo. 
Tra tutti i tintori del mondo antico i Fenici furono tra quelli più esperti e intraprendenti, perché si 
dedicarono esclusivamente alla produzione della porpora, alla tintura delle stoffe e al loro 
commercio. I molluschi Murex trunculus, Purpura Haemastoma e Murex brandaris, usati per la 
preparazione della porpora, venivano raccolti solo in autunno e inverno perchè in queste stagioni 
contenevano una maggiore quantità di sostanza colorante ed era possibile una più facile cattura 
manuale o con reti arricchite di apposite esche. Per ottenere un grammo di colore occorrevano circa 
                                                
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 Galla: escrescenza di forma rotondeggiante e di scarso peso e consistenza provocata nelle piante da organismi animali 
o vegetali estranei. 6000 molluschi. La Purpura haemastoma dava un colore cremisi molto bello, ma meno resistente di 
quello del Murex trunculus; il M. brandaris dava un colore violetto, ma se mescolato a quello della 
Purpura dava un color giacinto. 
Le stoffe tinte in questo modo avevano colori bellissimi ed erano molto ricercate da 
sovrani,sacerdoti, alti dignitari, nonostante il loro elevato prezzo, perché si credeva che, grazie al
loro particolare colore, attribuissero poteri particolari a chi le indossava. 
I Greci lavoravano soprattutto la lana e avevano appreso dai vari popoli costieri l’arte tintoria. 
I Romani usavano tuniche e mantelli di lana nel suo colore naturale, ma in seguito alle conquiste e 
agli influssi dei vicini iniziarono ad usare vesti rosso-arancioni o porpora per i re e i sacerdoti. 
Nel Medioevo la povera gente lavorava la lana e il  lino e li tingeva, estraendo i pigmenti dalle 
piante, solamente in giallo, beige e marrone, perché le varie tonalità di rosso estratte dai vegetali 
non erano solide e si modificavano con il sole o i lavaggi. Intanto erano stati introdotti il cotone e il 
baco da seta e la bachicoltura si diffuse rapidamente. Il lino, la lana, la seta e il cotone, tessuti e 
tinti, furono una fonte di ricchezza per molti centri italiani, soprattutto durante l’epoca comunale. 
Con la scoperta dell’America giunsero in Europa nuove fibre e nuove sostanze coloranti, la più 
importante fu la cocciniglia, ottenuta dal Dactylopius coccus cacti, originaria del Messico dove gli 
indigeni la usano per tingere. E’ un insetto con un ciclo vitale breve e vive come parassita sul fico 
d’India, forando le pale da cui succhia la linfa con il rostro boccale. Si raccolgono le femmine dopo 
l’accoppiamento, si uccidono gettandole nell’acqua bollente per qualche secondo e poi si essiccano. 
Nel Messico si possono ottenere fino a sei raccolti l’anno; per fare un chilogrammo di cocciniglia 
servono 140.000 femmine, che possono essere intere o polverizzate. Da questo insetto si estrae un 
colore rosso acceso che viene usato nell’industria  dolciaria, in quella alimentare e liquoristica e 
anche per colorare. Il suo potere tintorio non si esaurisce con il primo bagno, ma permette di 
eseguirne altri successivi dando ogni volta una gradazione più chiara. La cocciniglia in Europa ebbe 
tale fortuna da essere accettata dagli Spagnoli come pagamento dei tributi. 
Nel 1856 Perkin scoprì casualmente il primo colorante chimico, derivato dall’anilina, che chiamò 
Malvina, e l’uso dei coloranti naturali andò scomparendo. Oggi la sintesi chimica ha ottenuto 
sostanze coloranti pure e controllate, facili e veloci da usare, sicure nel risultato e poco costose. 

COSA SERVE PER TINGERE 
1) ATTREZZI 
Tavolo, stufa, due pentole da 10 litri, due secchi  di plastica, setaccio di plastica, telo di garza, 
bastoncini di legno, bilancia che pesi anche i grammi, contenitori graduati per liquidi, termometro 
che arrivi a 140°, cucchiai di plastica, bacchette di vetro, barattoli di ferro smaltato o vetro, guanti e 
grembiule di gomma, forbici, etichette. 
2) ACQUA 
L’acqua piovana è la più adatta per le tinture, in  alternativa si può usare quella distillata, 
demineralizzata o anche quella potabile  
3) MATERIALE COLORANTE 
Può essere di origine animale (porpora, Kermes
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, cocciniglia) o vegetale, facilmente reperibile. 

RACCOLTA, ESSICCAZIONE, CONSERVAZIONE 
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 Kermes: prodotto colorante rosso vivo ricavato per essiccazione dal corpo di una specie di cocciniglie (il Coccus 
ilicis) e di altri insetti, usato nel passato per tingere tessuti e attualmente per colorare alcuni tipi di liquore, chiamati 
alchermes. 
QUANDO RACCOGLIERE LE ERBE 
Durante il giorno, l’ora migliore per il raccolto è il mattino presto, quando la rugiada è evaporata e
le piante sono asciutte, ma la temperatura è ancora tiepida. 
La scelta della stagione di raccolta dipende molto dalla specie e dalla parte di piante da raccogliere, 
ma generalmente il periodo giusto va dall’inizio dell’estate in poi.  
Le radici, i rizomi e i bulbi si raccolgono in autunno e in inverno, durante il periodo di riposo, 
prelevandoli da piante che abbiano 2-3 anni. 
Le cortecce all’inizio della primavera si staccano con maggiore facilità, raccogliendola da rami di 2-
3 anni che andrebbero potati, in modo da non recare danno alla pianta. 
 Le foglie vanno raccolte a completo sviluppo, cioè dalla fine della primavera all’inizio 
dell’autunno. 
I fiori vanno raccolti all’apice della fioritura. 
I frutti vanno raccolti a completa maturazione 
I licheni si possono raccogliere tutto il tempo dell’anno, preferibilmente dopo una pioggia. 
L’ESSICCAZIONE 
Per essiccare le piante con la minima perdita di olii volatili ci vogliono tepore, oscurità e aria pulita. 
La temperatura ideale sta tra i 21 e i 33° C e non dovrà mai superare i 36°; le erbe si seccano a 
velocità differenti e bisognerà controllare che non lo facciano troppo in fretta; il periodo di 
essiccazione varierà da 2-3 giorni a una settimana, a seconda della parte e della specie di pianta. 
E’ importante disporre di un ambiente ben arieggiato per disperdere rapidamente l’umidità che 
evapora dalle piante, e buio, per impedire l’ossidazione del materiale con conseguenti modifiche 
dell’aroma. 
Il materiale raccolto andrà disteso in un unico strato su vassoi o rastrelliere di stecche di legno e 
coperti con teli velati o retine, quindi disposti in ambienti ben ventilati. Particolarmente adatte sono 
le cassette di legno da frutta, che possono essere impilate una sull’altra pur consentendo una buona 
ventilazione tutto intorno. 
Un altro metodo di essiccazione consiste nel legare steli, radici o fiori in mazzetti e appenderli a 
testa in giù a un filo per la biancheria. 
Il tempo di essiccazione varia da erba a erba. Le foglie ben essiccate saranno friabili e croccanti e si 
sbricioleranno facilmente senza però ridursi in polvere. Gli steli si spezzeranno di netto; le radici 
saranno secche e friabili in tutte le loro parti. 
I semi sono un po’ complicati da raccogliere, in quanto la loro maturazione finale avviene molto in 
fretta, dopodiché cadono; se, battendo leggermente sulla pianta, se ne vede cadere qualche seme, il 
momento del raccolto è arrivato. 
I semi vanno messi ad essiccare in un luogo ventilato, senza calore artificiale. Le capsule seminifere
prossime a maturazione possono essere appese entro sacchetti di carta, in modo tale che la maggior 
parte dei semi cada all’interno del sacchetto al momento della maturazione. I semi dovranno essere 
completamente secchi prima di essere riposti, e questo può richiedere fino a 2 settimane. 
METODI DI ESSICCAZIONE RAPIDA 
Alcune erbe possono essere essiccate nel forno, in 3- 6 ore. La temperatura non dovrà comunque 
superare i 36° e, per le erbe più delicate, come basilico e cerfoglio, dovrà restare attorno ai 30°. Le 
erbe dovranno essere distese su fogli di carta marrone perforata e la porta del forno rimarrà aperta 
per fare uscire l’umidità. Anche i forni a microonde possono essere usati: le specie a foglia piccola, come rosmarino e timo, 
impiegano circa 1 minuto, mentre quelle a foglia più grande e succosa, come menta e basilico, si 
essiccano in circa 3 minuti. 
CONSERVAZIONE DELLE ERBE ESSICCATE 
Tutte le parti vegetali essiccate si possono conservare intere o sminuzzate; esse vanno difese 
dall’umidità, dalla luce, dall’aria, dagli insetti e dai topi. La conservazione va fatta in sacchetti di 
carta conservati in luoghi asciutti. I fiori e le foglie, se non si usano subito per tingere, si impiegano 
per preparare un bagnocolore mediante bollitura in acqua che porta alla formazione di un decotto 
molto concentrato che poi si filtra e congela 
I frutti e le bacche con capacità tintorie si raccolgono a completa maturazione, si usano freschi o si
congelano normalmente; non possono essere essiccati perché darebbero colori molto diversi. 

LE FIBRE TESSILI 
Le fibre tessili naturali possono essere di origine vegetale, animale o minerale; quelle minerali sono
pericolose per la salute dell’uomo. 
La canapa fu introdotta in Italia dai popoli barbari e venne coltivata dall’epoca dei Comuni in poi 
soprattutto nella Valpadana, con la c. venivano preparati abiti, lenzuola, sacchi, funi, reti da pesca. 
La ca. si tinge facilmente. 
Il cotone era conosciuto nella Valle dell’Indo già 5000 anni fa, da lì si diffuse nel Medio Oriente e 
fu introdotto in Italia dagli Arabi verso la metà del IX secolo d.C. All’inizio era considerato una 
fibra di lusso e quindi riservato per alcuni usi; ora può essere filato da solo o con altre fibre naturali 
o artificiali. E’ impiegato per la maglieria, la biancheria, tendaggi, garze..La raccolta del cotone, 
costituito da peli aderenti ai semi a cui conferiscono protezione, è costosa perché va fatta 
manualmente alla completa maturazione del frutto che avviene gradualmente e si protrae anche per 
2-3 mesi; i bioccoli vengono separati dai semi e ammassati in magazzini asciutti, aerati e protetti dal 
sole, che ingiallirebbe le fibre. Il colore varia dal bianco al giallognolo all’azzurrognolo al grigio. 
I tessuti di cotone si tingono bene e facilmente. 
Altre fibre vegetali: dalla corteccia del gelso nero si può ottenere il gelsolino, una fibra candida e 
lucente come la seta e altrettanto costosa da produrre 
La ginestra odorosa è un arbusto usato come pianta ornamentale, dai rami si estrae una fibra che 
viene usata grezza per preparare corde, sacchi… e raffinata per stoffe resistenti di colore scuro che 
con il tempo tende al bianco: troppo costosa. 
La juta si usa per sacchi e teli da imballaggio; le fibre  più fini sono usate nella preparazione di 
stoffe per mobili, tendaggi e tappeti. 
Il lino richiede una particolare cura nel processo di tintura perché presenta una certa resistenza ad 
assumere il colore. 
Le fibre ottenute dall’ortica si usano per produrre stoffe resistenti, lucenti e morbide. 
La lana è di qualità diversa a seconda della zona del corpo da cui viene rasata, la migliore è quella 
delle spalle. La lana è particolarmente adatta e sensibile a qualsiasi tipo di tintura. 
La seta si ottiene dal baco, ucciso mediante essiccamento quando ha raggiunto il completo sviluppo 
e ha costruito il suo bozzolo; dal bozzolo, messo nell’acqua calda per poter dipanare la bava, si 
ricavano circa 500-1500 m di seta. La seta è molto adatta a qualsiasi tipo di tintura. 

FASI E TECNICHE TINTORIE 
I MORDENTI Sono sostanze capaci di fissarsi da un lato con la fibra e dall’altro con il colorante, cioè capaci di far 
fissare a una fibra un colore . Si possono trovare nelle drogherie, nei negozi di materiali coloranti,
nelle farmacie o presso i consorzi agrari. Vanno conservati in contenitori ermetici per proteggerli 
dall’umidità e al riparo dalla luce. 
I principali mordenti sono: 
l’allume di potassio (allume di rocca) è una polvere bianca, cristallina, non velenosa 
aceto da cucina (acido acetico) viene aggiunto al bagnocolore per fissare i colori e dare lucentezza e
morbidezza alle fibre; è utile soprattutto con i colori rosa e rossi 
acido tannico è una polvere marroncina ricavata da legni, cortecce e galle 
bicromato di potassio è una polvere giallo-arancio, cristallina, velenosa; dà al filato un colore 
giallino 
solfato di rame è un sale blu-verde velenoso, usato anche in agricoltura come anticritto gamico; 
serve per fissare e migliorare i verdi e per ottenere i marroni dai rosa o rossi 
solfato di ferro è una polvere verdina, cristallina, velenosa; scurisce i colori, va bene per i verdi, i 
grigi e i neri, non va usato con la seta 
cloruro di stagno è una polvere bianca, molto indicato per la lana e per le fibre vegetali escluso il 
lino. E’ indicato per i colori rossi e rosa 
ALTRE SOSTANZE UTILI 
Cremortartaro è una polvere bianca gessosa che si unisce ai mordenti per impedire un eccessivo 
indurimento delle fibre e per migliorare l’assorbimento del colore. 
Acido ossalico è una polvere bianca cristallina, si usa come rinforzante del mordente nei bagni delle 
tinture in rosso. 
Ammoniaca si aggiunge all’acqua del bagnocolore per favorire l’estrazione dei pigmenti dai 
vegetali. 
IL LAVAGGIO 
Qualsiasi filato prima di essere tinto va lavato per eliminare residui o scorie. 
Il lavaggio per le fibre animali va fatto immergendo per mezzora la matassa in acqua saponata, già 
fatta bollire, mantenuta a 50°; la matassa va poi risciacquata molto bene sempre con acqua a 50°, 
quindi strizzata delicatamente o fatta centrifugare; si tingono ancora umide. 
Le fibre vegetali vanno immerse in acqua saponata e fatte bollire per un’ora a fuoco lento, quindi 
lasciate raffreddare; si risciacqua con acqua fredda. 
LA MORDENZATURA 
La mordenzatura consiste in una sobbollitura dei filati o dei tessuti in acqua in cui sono stati sciolti i 
mordenti. Può essere fatta prima o durante il processo di tintura, in modo diverso a seconda del tipo 
di fibra. 

IL PROCESSO DI TINTURA 
IL BAGNOCOLORE 
E’ la soluzione contenente la sostanza colorante di natura vegetale o animale estratta mediante 
decozione dalla pianta e dall’animale tintorio. Il bagnocolore si prepara facendo macerare per 12 
ore il vegetale fresco o secco, finemente tritato, in 4 litri d’acqua e un cucchiaio di ammoniaca. 
Passato questo tempo si pone tutto sul fuoco, si fa bollire per 1 ora, quindi si spegne il fuoco, si fa 
raffreddare e si filtra. Si aggiunge al decotto così ottenuto tanta acqua fino a riportarlo a 4 litri, si 
intiepidisce e poi si immergono 100g di filato o tessuto dando inizio alla tintura. 

METODI DI TINTURA 
TINTURA DIRETTA  Non richiede l’uso dei mordenti, ma con alcuni vegetali si ottengono colori 
deboli e poco resistenti. Si pongono in 4 litri di bagnocolore 100g di filato o di tessuto inumidito 
con acqua, si riscalda il tutto lentamente e poi si fa bollire 1 ora continuando a mescolare dal basso
verso l’alto. Finita la bollitura, il filato o il tessuto può essere tolto subito e risciacquato con acqua 
bollente o lasciato raffreddare nel liquido colorante e sciacquato con acqua fresca. Poi converrà fare
un lavaggio con sapone in scaglie per togliere l’eccesso di colore e poi sciacquare di nuovo, 
spremendo senza torcere. Si fa quindi asciugare in luogo fresco e aerato. 

TINTURA A BAGNO UNICO 
Al bagnocolore preparato nel solito modo e riscaldato a 40° si 
aggiunge la quantità adatta di mordente, si immerge il filato inumidito, si porta piano a bollore e si
fa bollire per 1 ora.Si scola, si risciacqua, si lava, si sciacqua di nuovo e si fa asciugare in luogo
fresco e aerato. 
TINTURA DEL FILATO MORDENZATO 
Nel bagnocolore si immerge il filato o tessuto già
mordenzato e si porta a bollore per 1 ora, mescolando continuamente. Si estrae dal bagno o si lascia 
raffreddare nel bagno, si risciacqua, si lava si sciacqua e si mette ad asciugare. Se il bagnocolore 
non è esaurito si può usare ancora 1-2 volte ottenendo un colore sempre più tenue. 





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INTRODUZIONE


La tessitura è la prima attività complessa (cum-plectere, intrecciare insieme) attraverso la quale l'uomo interagendo con l’ambiente e le sue risorse si è evoluto, conferendo dignità al proprio aspetto e alla propria vita di relazioni. Più di 12.000 anni fa, intrecciava fibre per fame cesti, giacigli, zattere e capanne e poi abiti vestendo di intrecci vegetali.
Da allora l’uomo ha modificato e perfezionato tecniche, strumenti e attrezzature ma, l'uso e la vocazione comunicativa del tessuto è rimasta sempre la stessa: mostrare lo status sociale e l'espressione artistica.
A partire dallo studio dei tessuti è possibile arrivare ad una comprensione più equilibrata delle diverse culture, per comprenderne i legami e le influenze che, per secoli in tutto il mondo hanno fatto dei tessuti una merce globale.
Tra i mezzi d'espressione, il tessuto è quello che più di tutti ha tratto vantaggio dagli spazi di libertà che si aprono tra pratiche consolidate e sperimentazione, tra pubblico e privato, tra tradizione e rinnovamento, bellezza e utilità.
Specialmente nell’ultimo secolo, a volte si è voluto rendere un omaggio formale a molti artigiani e produttori di tessuti definendoli “artisti”, mettendo in risalto il difficile rapporto tra belle arti e arti applicate: tutt’oggi irrisolto
La stessa legislatura parla infatti di artigianato artistico, di tradizione o di qualità, conferendo un plus valore all’artigianato, ma il legislatore non si è ancora pronunciato nello specifico, sui parametri che ne caratterizzano ciascuna area di artigianato, in quanto tema particolarmente complesso e intricato.

La passione per l'artigianato o la manualità, l'esigenza di costruire con le proprie mani, come ogni forma di “trasporto emozionale” non

continua la lettura su http://spazioinwind.libero.it/latela/Pubblicazione.htm


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I tessuti a maglia possono essere distinti in due tipi principali: in trama, se lo svolgimento del filo avviene nel senso della larghezza della pezza; in catena se avviene nel senso della lunghezza. La formazione della maglia viene effettuata su macchine automatiche mediante particolari aghi a becco o a linguetta; "Per i cicli di formazione della maglia in trama con aghi a becco e in catena con aghi a linguetta vedi gli schemi a pg. 67 del 14° volume." "Per la formazione della maglia in trama con aghi a becco e in catena con aghi a linguetta vedi schemi al lemma del 12° volume." generalmente vengono denominate telai da maglieria quelle fornite di aghi a becco e macchine da maglieria quelle con aghi a linguetta. La formazione delle maglie sui telai, nei quali gli aghi sono fissati all'apposita sede (frontura) mediante il tallone, avviene nel seguente modo: il tessuto formato è sostenuto dalle ultime boccole che passano sullo stelo dell'ago; un dispositivo (fornitore) deposita il filo sullo stelo dell'ago fra il becco e il tessuto formato; organi appropriati (platine), inseriti fra ago e ago, avanzano spingendo il tessuto e si abbassano formando le nuove boccole che spingono poi sotto il becco dell'ago mentre il tessuto vecchio scorre sullo stelo; il becco viene pressato dalla platina per cui la sua punta penetra nella cavità dello stelo e il tessuto formato vi passa sopra; esso cade sulle nuove boccole costituendo un nuovo rango di maglia che successivamente viene spinto nella posizione di partenza. Sulle macchine con aghi a linguetta, i cui talloni scorrono nella fresatura della frontura, la formazione della maglia avviene secondo il seguente procedimento: l'ago inizia ad alzarsi e l'ultima boccola costruita passa, facendola aprire, sulla linguetta, che viene tenuta ferma dalla platina; mentre l'ago continua a salire, la boccola formata cade dalla linguetta sullo stelo e il guidafilo impedisce che la linguetta possa chiudersi per il contraccolpo; scendendo l'ago, l'uncino di questo afferra il filo nuovo e la platina arretra liberando il tessuto formato; mentre l'ago scende il tessuto formato scorre lungo lo stelo, fa chiudere la linguetta, vi passa sopra e si abbatte sulla boccola nuova; l'ago riprende a risalire mentre la platina trattiene la nuova boccola per evitare che venga trascinata, per attrito, nella corsa dell'ago. Gli intrecci a maglia fondamentali "Per gli schemi di maglia vedi pg. 67 del 14° volume." , dai quali possono essere ricavati tutti gli altri, sono: "Per gli schemi di maglia vedi il lemma del 12° volume." maglia unita, che viene costruita con macchine o telai a una frontura; maglia a costa, costituita da file di boccole (ranghi) diritte e rovesce alternate per la costruzione della quale sono necessarie macchine a due fronture poste a 90º; maglia rovesciata a links-links, formata a ranghi in cui si alternano maglie diritte e rovesce costruita con aghi a due linguette che lavorano alternativamente su due fronture poste a 180º.


tratto da http://www.sapere.it/enciclopedia/maglier%C3%ACa.html

BREVE STORIA DELLA MAGLIERIA


Per tessuto a maglia o semplicemente maglia si intende un intreccio di filo, ottenuto con ferri, unicinetti o macchine per maglieria, nel quale il filato forma delle anse o boccole, allineate una di fianco all’ altra a costituire una riga o rango, in modo che un insieme di ranghi realizzi una rete continua di fili curvilinei. La prima macchina per maglieria fu progettata e fabbricata nel 1589 dal reverendo inglese William Lee. L’ invenzione determinò il sorgere dell’ industria della maglieria con lavoranti a domicilio che prevalse fino all’ inizio di questo secolo. Dopo la rivoluzione industriale la motorizzazione interessò anche le macchine per maglieria, di cui si fabbricarono modelli circolari in grado di produrre tessuto tubolare con un moto costante di rotazione.

TIPI DI MAGLIA

I tessuti a maglia possono essere distinti in due tipi principali, in trama e in catena. Nel primo un solo elemento si sposta nel senso della larghezza della pezza in formazione e intrecciandosi con se stesso forma le boccole ; si ottiene un tessuto molto elastico ed estensibile ma demagliabile : essendo le maglie dipendenti tra loro se si rompe in un punto ne conseguono la sfilatura e la caduta delle maglie all’ intorno (smagliatura) . Nella maglia in catena una serie di fili verticali paralleli (catena od ordito) è lavorata contemporaneamente in modo da formare altrettante file di boccole che si intrecciano tra loro nel senso sia di trama sia di catena ; l’ intreccio così ottenuto ha estensibilità limitata o anche nulla ma risulta indemagliabile. I tipi fondamentali di maglia in trama sono la maglia unita, la maglia in costa, la maglia rovesciata e la maglia incrociata. La maglia unita, nota anche come maglia rasata o liscia o jersey, è il tipo più semplice e richiede una sola serie di aghi per la sua fabbricazione ; ha il diritto diverso dal rovescio. La maglia a costa o doppio jersey, che richiede due serie di aghi, (oltre agli aghi verticali nella macchina vi sono gli aghi orizzontali), è costituita da righe di boccole diritte e rovesciate alternate. La maglia rovesciata o links-links è formata da ranghi in cui si alternano maglie diritte e rovesciate: è costruita con aghi a due linguette che lavorano alternativamente su fronture poste a 180°. La maglia incrociata o interlock consiste in due tessuti a maglia a costa, a ranghi alternati legati insieme. Tipi di maglia in catena sono il tricot semplice, in cui ciascun filo intrecciandosi a alternativamente con il filo alla sua destra e alla sua sinistra forma la maglia, l’ atlas semplice, in cui ciascun filo si intreccia con i vicini con un andamento a zig-zag, e la maglia a catenella con le catene legate tra loro in vario modo. Oltre a questi tipi di maglia semplice ve ne sono di più complessi, ottenuti ricorrendo a particolari intrecci o all’ inserimento di fili supplementari.

CONFEZIONE

I tessuti a maglia possono essere prodotti in pezza o in teli sagomati o in forma tubolare. Le pezze, che hanno un bordo fisso su ciascun lato(cimosa), per essere confezionate devono essere tagliate secondo il modello prescelto: è necessario che il taglio sia accompagnato dalla cucitura per impedirne la smagliatura. I teli sagomati sono prodotti da telai o macchine in trama capaci di variare la larghezza di lavoro in modo da seguire fedelmente la forma del modello da confezionare ; la sagomatura è resa possibile da aghi speciali che lavorano lungo i bordi del tessuto in formazione trasportando le boccole e scaricandole sull’ ago vicino: se l’ operazione avviene verso l’ interno è detta diminuzione, se verso l’ esterno aumenta e la maglieria così ottenuta diminuita o aumentata. I tessuti tubolari sono costituiti da tubi di maglia di diametro adeguato alle varie taglie corporee, tagliati opportunamente per consentire l’ inserzione di altri componenti dell’indumento di maglia in lavorazione e cuciti dove è necessario bloccare la smagliatura.

TELAI E MACCHINE

Convenzionalmente si intende a chiamare telaio il macchinario nel quale gli agli si muovono tutti insieme a gruppi e macchina quello dotato di aghi che si muovono individualmente ; in genere i telai operano con aghi a becco e le macchine con aghi a linguetta. In base poi alla conformazione delle fronture e al loro numero si hanno macchine o telai rettilinei o circolari e a una o due fronture. Le macchine rettilinee per maglieria in trama impiegano aghi a linguetta distribuiti su due fronture a V con angolo di 100° ; di produttività non molto elevata, sono destinate alla produzione di maglie sagomate ; consentono la realizzazione di disegni relativamente complessi. I telai rettilinei con aghi a becco, di cui il tipo più noto è il telaio Cotton, dal nome del suo inventore, hanno una o due serie di aghi (per maglia unita o a costa), una produttività limitata, capacità di fabbricare solo maglieria sagomata e modesta capacità di disegnatura. I telai circolari, con una frontura di aghi a becco e produttività e capacità di disegnatura limitate, fabbricano tessuti in pezza di eccellente regolarità destinati in genere alla confezione di maglieria intima o di abiti da donna tagliati e cuciti. Per la fabbricazione di maglieria in catena si impiegano vari tipi di telai, che utilizzano aghi a becco o agli in due pezzi e anche aghi a linguetta. Questi telai producono tessuti in pezza di vario genere con possibilità di effetti di traforo o di imitazione di pezzi classici o anche tulli e pizzi elastici per corsetteria ; anno discrete capacità di disegnare e una produttività che è la massima tra tutti i telai e le macchine da maglieria.

tratto da http://www.panne.it/panne/storia.htm

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Storia del lavoro a maglia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'inizio del lavoro a maglia non ha una datazione certa per la difficoltà di distinguere se le notizie pervenute riguardassero il lavoro eseguito ai ferri oppure quello a telaio
Certo è che questo argomento, recentemente rivalutato da studi approfonditi, ci offre notizie sicure e documentate solo quando ci si ferma al II o III secolo dopo Cristo perché prima la storia si confonde troppo spesso con la leggenda.
Sono state però trovate sculture che risalgono al IV secolo a.C. che hanno fatto ipotizzare che il lavoro a maglia fosse ormai entrato nella vita quotidiana, come dimostra una statua greca, che si trova ad Atene, nel Museo del Partenone, Kore n. 670, che sembra indossare un maglione come quello dei nostri tempi.
Pur non avendo documenti specifici al riguardo, ad una osservazione attenta, si può notare che l'artista ha riprodotto con lo scalpello la lavorazione del punto a coste - 3 maglie diritte alternate a tre rovesci oppure un'alternanza di 7 diritti e tre rovesci - nelle vesti senza cuciture che venivano indossate durante le cerimonie sacre.
Da tener presente che il numero tre e il numero sette erano considerati numeri dal potere magico

continua http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_lavoro_a_maglia#Il_Novecento_e_il_.22boom.22_della_maglia
 
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PUNTI CLASSICI
Pag. 1 Maglia rasata diritta-rovescia-ritorta-Maglia legaccio
Pag. 2 
Punto coste 1/1 e 2/2-Grana di riso semplice-doppia
Pag. 3 
Punto a losanghe-Ventaglietti
Pag. 4 
Rombi fantasia-Quadrotti sparsi
Pag. 5 
Dame e coste scambiate-Punto a listelli
Pag. 6 
Punto a incastro-Schacchiera a rettangoli
Pag. 7 
Punto a lisca-Onde morbide-Righe a zig zag
Pag. 8 
Righe spezzate-Aste ritorte-Linee oblique
Pag. 9 
Geometrie
Pag. 10 
Rombi scambiati-Scacchiera a giorno-Punto zig zag
Pag. 11 
Maglia a rullini-Rullini annodati-Mattoncini a legaccio
Pag. 12 
Triangoli scambiati-Rombi obliqui-Paniere intrecciato

PUNTI A COSTEPag. 1 Coste alternate-Coste fantasia-Coste inglese
pag. 2 Costine accavallate-Colonnine-Finta costa inglese
Pag. 3 Coste larghe ritorte-Coste con incroci-Mattoncini alternati
Pag. 4 Coste allungate-Coste a grana di riso-Costine spezzate
Pag. 5 Coste con nodino-Coste attorcigliate-Doppie coste distanziate
Pag. 6 Solchi soffici-Coste in rilievo-Coste a treccina
PUNTI TESSUTO
Pag. 1 Punto tessuto in diagonale-Punto cellule-Punto tela
Pag. 2 
Punto a maglie passate-Punto canestro-Punto intrecciato
Pag. 3 
Canestro passato-Nido d'ape tessuto-Punto ondine
Pag. 4 
Zig zag verticale-Spina di pesce tessuta-Punto con fili passati
Pag. 5 
Doppi incroci-Mezzelune-Cellule in diagonale
Pag. 6 
Punti cuscinetti-Punto mezza tela-Punto pulviscolo

PUNTI TRAFORATI
Pag. 1 
Coppie di foretti-Triangoli traforati
Pag. 2 
Moschine scambiate-Piccole torri-Quadrati traforati
Pag. 3 
Bande traforate-Fantasia di scacchi
Pag. 4 
Zig zag-Piccoli fiori

PUNTI A COSTE TRAFORATE
Pag. 1 Foretti corredino-Punto a giorno doppio-Punto a spirale
Pag. 2 
Serpentina a coste-Colonnette double-Coste a coppia
Pag. 3 
Ajour a coste-Foretti allineati-Costine accavallate
Pag. 4 
Coste a giorno-Fogliette incolonnate-Liscia traforata

PUNTI IN RILIEVO
Pag. 1 Fiammelle sparse-punto api
Pag. 2 
Boccioli-Righe in rilievo
Pag. 3 
Punto"nodini"-Piccoli coni
Pag. 4 
Margheritine sparse-Foglioline in rilievo
Pag. 5 
Nocciole tra le onde-Ramages
Pag. 6 
Conchiglie incolonnate-Punto astracan-Moschine

PUNTI INCROCIATI
Pag. 1 Treccine-Treccia classica
Pag. 2 
Torciglione intrecciato-Torciglione semplice
Pag. 3 
Punto catena-Torciglione fantasia
Pag. 4 
Torciglione a coste-Trecce multiple
Pag.
 5 Torciglioni con grana di riso-Punto ad anelli
Pag. 6 
Catena alternata-Coste incrociate
Pag. 7 
Punto reticolo-Trecce ondulate-Trecce a coppia
Pag. 8 
Trecce alternate-Clessidre
Pag. 9 
Trecce a catena
Pag. 10 
Rombi intrecciati
Pag. 11 
Trecce a bocciolo-Trecce tra le coste
Pag.
 12 Intrecci alternati-Torciglione annodato

PUNTI FANTASIA
Pag. 1 Nido d'ape-Punto asterisco-Semi sparsi
Pag. 2 
Righe fantasia-Costa inglese scambiata-Punto diamante
Pag. 3 
Asole orizzontali-Farfalline
Pag. 4 
Rombi allungati-Punto arnia-Punto rametti
Pag. 5 
"X" sparse-Quadretti a maglie passate
Pag. 6 Giglietti-Foglie a coste
Pag. 7 
Incroci regolari-Virgole orizzontali-Quadrettato in rilievo
Pag. 8 
Piccoli tulipani-Anelli sulle onde-Reticolato a maglie passate
Pag. 9 
Scacchi fantasia-Intrecci incolonnati-Sabbia al vento
Pag. 10 Sciame d'api-Punto vimini-Boccoline

PUNTI BICOLORIPag. 1 Schiuma di mare-Piccoli grani-Finto scozzese
Pag. 2 
Mattoncini colorati-Giglietti-Grani allineati
Pag. 3 
Piastrelle fantasia-Punto a festoni-Occhiellini
Pag. 4 
Punto ostacoli-Chicchi bicolori-Piccole ghirlande
Pag. 5 
Stelle bicolori- Finto tweed-Nido d'api bicolore
Pag. 6 
Finto tweed rovescio-Punto tela a due colori-Mattonelline scambiate
Pag. 7 
Bicolore traforato-Punto a maglie allungate
Pag. 8 
Rombi su legaccio-Piccoli paralumi
Pag. 9 
Punto stella-Grana di riso bicolore
Pag. 10 
Punti allungati-Coste bicolori

MOTIVI JACQUARD
Pag. 1 Diagonali-Greca semplice-Zig zag
Pag. 2 
Effetto tweed-Cuoricini-Onde
Pag. 3 
Mosaico-Scala a sinistra-Mattonella
Pag. 4 
Diagonali tricolori-Triangoli a specchio-Tris di zig zag

PUNTI PELLICCIA
Pag. 1 Punto pelliccia eseguito sul dietro del lavoro
Pag. 2 
Punto pelliccia eseguito sul davanti del lavoro


per approfondire vai http://digilander.libero.it/MarcellaMaglie2/i_punti.htmhttp://www.maglieriaitaliana.com