Pubblicità all'interno dell'allegato del corriere della sera del 27 agosto 2011
Fa un caldo torrido a Firenze, ma Ermanno Scervino e il suo socio Toni sono già al lavoro nella fabbrica ancora chiusa per ferie a Bagno a Ripoli, di fronte alle colline del Chianti. Uno scenario incantevole. Ma altrettanto suggestivi sono i pezzi di abito imbastiti sui manichini. «È la collezione della prossima estate che sfilerà a settembre. Al momento mi sembra perfetta ma il giorno dopo cambio sempre tutto». La marsina in jeans doppiato macramè è ancora a metà. «È una lavorazione difficile da realizzare e quindi anche da copiare», dice con aria di sfida lo stilista che si distingue nel panorama nella moda per la sua capacità di creare capi trasversali alle generazioni e agli stili. Linee pulite per abiti studiati attorno al corpo, che diventano nuvole leggere e impercettibili anche quando sono piumini o spolverini in tecno seta, tutti un intarsio e una frangia (al laser). «Andavo a Cortina e vedevo figure ingolfate in piumini tecnici e brutti; caldi però. Mi sono detto: devo trovare il modo di creare un piumino sexy». Con quel capo nacque la collezione Scervino oggi venduta in 40 negozi monomarca e oltre 500 multibrand. Fatturato previsto per fine 2011: 93 milioni di euro con una quota di export del 60 per cento, di cui il 22 realizzato nell' area dell' Est Europa. «Adoro le russe per la cura che pongono nel vestire. Il mercato interno soffre, per fortuna ci sono i mercati emergenti che hanno voglia di spendere. Il prossimo passo è la Cina», continua Scervino. «Se l' abito fa il monaco per essere eleganti bisogna impegnarsi. Far sentire bene una donna in un vestito è la mia sfida». Una sfida che si è concretizzata quando Toni ed Ermanno Scervino hanno deciso di rilevare una azienda di corsetti che stava per chiudere: «L' abilità è partire da un bustier conformato e costruirci attorno l' abito, un aiuto a tutte le donne, anche quelle che non hanno ceduto al ritocco», spiega Toni. Aveva chiuso anche il maglificio dove lavoravano le magliaie che in azienda ora tricottano all' uncinetto, ricamano i voile e creano fiori di organza. «Sono queste le vere eccellenze italiane che rischiano di andare perdute perché la nostra politica non prende la moda sul serio. E invece solo qui lavorano 300 persone, con un indotto di altre mille. In Francia, alle sfilate trovi sempre seduti in prima fila i rappresentanti della politica, da noi non si vede nessuno, eppure la moda italiana è la più apprezzata nel mondo». Poi ci sono le scuole. «Purtroppo non hanno capito che il computer non basta, bisogna anche lavorare con le mani. I ragazzi devono sapere che questo è il segreto del successo». Lo stilista deve saper trasformare in prodotto quello che fiuta nell' aria. «Fare moda è difficile, ti scontri con i negozi più belli del mondo. Mi viene in mente ogni volta che guardo la mia boutique in rue Faubourg Saint Honoré, a due passi da Hermès, il luogo che più mi attraeva quando avevo 18 anni». Come sta cambiando l' eleganza? «Ci sarà sempre meno casualità: mi piace la gonna al ginocchio con il twin set cammello e scarpa alta e pantalone con la piega, stile Audrey Hepburn». Sui grandi tavoli c' è anche l' immagine di Rita Hayworth versione odalisca: «Voglio riscoprire la pancia, ma mai con l' ombelico in vista». Ne è certo Scervino: le donne alla fine si convertiranno alla vita alta. Ma il retrò non può mai essere nostalgico. «La midi non fa zia a patto che abbia uno spacco». Ogni epoca esalta una parte del corpo: questo è il momento della schiena, «che non ammette ritocchi», afferma Scervino, indicando il dorso plastico incorniciato da una tuta nera di Alice Dellal, 24enne (sorella del fidanzato di Charlotte Casiraghi), protagonista della nuova campagna autunno inverno e perfetta interprete della moda royal-rock. «La moda è lo specchio di un' epoca. Per questo uno stilista deve saper realizzare un total look». Mostra le prove delle nuove borse, leggerissime, tutte doppiate, reversibili: la pelle con la rafia - «sono stato il primo a riscoprirla» - rivendica, la rafia con la passamaneria. Maria Teresa Veneziani RIPRODUZIONE RISERVATA **** Il gioco della torre Mi piace 1) La sottoveste con lo spolverino 2) Le gambe senza calze d' inverno (o al limite con il calzino maschile) 3) Il gusto retrò: gonna al ginocchio col twin set cammello e scarpa alta 4) La camicia bianca infilata nel pantalone nero a vita alta, 5) Il tubino nero, con un pò di aria tra tessuto e pelle Detesto 1) I legging portati con i tacchi alti e la camicia stretta che lascia intravedere l' intimo 2) La moda di Forte dei Marmi con abito bianco e gli stivali d' estate 3) No alla minigonna dopo i 40 anni: le armi di seduzione non sono più quelle dei 18 4) No al rosa bambola: abbinatelo al nero o al grigio 5) No alla midi versione zia: portatela con uno spacco sexy e i tacchi
Veneziani Maria Teresa
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(27 agosto 2011) - Corriere della Sera
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